All'inizio si chiamava Petra e in pochi lo sanno. Era un centro culturale di prima categoria nel Medioevo e anche questo non lo sanno in molti. E' stata crocevia di lotte, passando da una dominazione all'altra. Badia Polesine (Ro) ha natali illustri che meritano una valorizzazione più appropriata. Ma le tracce sono lì, edifici, sepolcri, palazzi a ricordare il passato glorioso. Basta una gita per riscoprirli
Quando ancora era un villaggio, si chiamava Petra da un cippo marmoreo confinario in destra del fiume Adige. Agli inizi del IX secolo, per la posizione strategica del sito, il feudatario marchese Almerico vi costruì un castello con la chiesa, che prese il nome di S. Maria dell'Adige. Al principio del X secolo l'Adige sconvolse il borgo con la furia delle sue acque e creo un secondo alveo, ora chiamato Adigetto e che attraversa tutto il Polesine passando per Lendinara, Rovigo e immettersi nel Canalbianco in Basso Polesine. Verso il 1000 la chiesa di S. Maria dell'Adige fu data in donazione ai Benedettini Monaci Camaldolesi, che restaurando e ampliando il convento eressero l'Abbazia della Vangadizza. Questo nome le fu dato perchè durante la costruzione del convento fu trovata una vanga, il rustico strumento per lavorare le zolle. Poi, da Abbazia, il borgo si chiamò Badia. Dopo la signoria degli Estensi, nel 1484 Badia passa definitivamente sotto il dominio di Venezia e poi segue gli eventi storici (occupazione francese e austriaca) che hanno coinvolto il Polesine fino all'unità d'Italia del 1866.
L'Adigetto passa poco distante dal centro storico e le riviere sono costeggiate da abitazioni moderne, ma a due passi in Piazza G. Marconi, dove di può parcheggiare l'auto, sulla facciata del palazzo dove inizia Via degli Estensi, si vede una lapide in marmo bianco che rappresenta il Leone di S.Marco (nella foto a lato). Il simbolo del dominio di Venezia si mostra con orgoglio al visitatore. L'architettura dei palazzi del centro storico rappresentano bene le dominazioni che si sono succedute: si alternano lo stile ferrarese e quello veneziano. Il palazzetto degli Estensi della fine del '400, nell'omonima via, in stile gotico tipico dell'architettura ferrarese. Già sede di un albergo, oggi si trova in uno stato di degrado che vorrebbe un'urgente intervento di recupero, data l'importanza storico-architettonica. Dello stesso periodo è palazzo Rossini, mentre difronte si trova palazzo Baccaglini, eretto nel primo '600, con i caratteri tipici dell'architettura veneziana. Lo steso stile è quello dell'Oratorio della Madonna della Salute, fatto erigere dalla famiglia Loredan nel 1630. La Chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista, la cui prima costruzione risale al XII secolo, oggi si presenta con uno stile barocco di fine '700. Un'attenzione particolare merita il teatro Sociale, costruito nel 1812 su progetto dell'architetto Giovanni Abriani. All'interno le decorazioni pittoriche sono del ferrarese Francesco Saraceni e quelle lignee del lendinarese Luigi Voltolini. Dopo anni di abbandono, il teatro è stato recentemente restaurato e l'interno si presenta come un piccolo gioiello di architettura ottocentesca. Cuore della città è Piazza Vittorio Emanuele II dove i palazzi hanno una architettura del '600 e '700. Sulla piazza si affacciano il palazzo del Municipio e il palazzo del Monte di Pietà, sede del museo civico Baruffaldi che custodisce reperti e cimeli di due millenni di storia cittadina.
I più antico monumento rimasto a Badia che fu eretto nella seconda metà del X secolo. Oggi rimangono, dopo le demolizioni del 1835 fatte eseguire dai conti d'Espagnac (rimasti proprietari a seguito dell'occupazione delle truppe francesi condotte da Napoleone), la cappella laterale, il campanile romanico e il chiostro. Gli abati della Vangadizza erano rispettati e reggevano il potere religioso e temporale sul territorio. Alcuni acquistarono fama nelle scienze e nelle lettere e diffondevano tra il popolo la religione e la cultura. Nel 1177, l'imperatore Federico Barbarossa mise l'Abbazia sotto la sua diretta protezione, rendendola autonoma da ogni autorità ecclesiastica o secolare. Dal 1300, con l'arrivo degli Estensi, l'Abbazia della Vangadizza cresce d'importanza scambiando le conoscenze culturali con l'Abbazia di Pomposa. Il pentagramma dove si segnano le note musicali è stato realizzato per la prima volta nell'Abazia di Pomposa, ma sembra che l'idea sia nata da nell'Abazia della Vangadizza e portata là da un monaco benedettino badiense. Nel 1338 viene istituita nel convento dell'Abbazia la scuola di filosofia, teologia, scienze e arti. I membri della casa d'Este danno risalto al luogo e fanno costruire una prestigiosa residenza a Badia. Azzo d'Este e la moglie Cunegonda di Baviera hanno voluto essere sepolti all'interno dell'Abbazia. Il sepolcro è ancora oggi sul sagrato della chiesa.
Giovanni Boschetti
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