Con i soldi dei veneti, 3 milioni di euro, è stata garantita la salute degli immigrati giunti in Veneto, nel 2016 complessivamente 32.862 dei quali 14.075 rimasti nei luoghi di accoglienza. Per il presidente Luca Zaia è arrivata l’ora di ricevere risarcimenti e di bloccare i flussi alla fonte con centri di accoglienza e smistamento in nordafrica
Venezia - “Da gennaio 2015 a novembre 2016 la sanità veneta ha speso 2 milioni 951.700 mila euro per visite, esami e cure agli immigrati. Oggi la cifra avrà ampiamente superato i 3 milioni. Questo hanno fatto quelli che venivano definiti come gli irriducibili razzisti veneti, oggi forse un po’ meno dopo le posizioni espresse dal neo ministro Minniti”.
Con queste parole, il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia evidenzia i costi sanitari sopportati dalla Regione per l’assistenza agli immigrati e le azioni di prevenzione rivolte alla salvaguardia della sanità pubblica, che emerge dall’aggiornamento del report sulla situazione della popolazione migrante realizzata dalla direzione prevenzione e aggiornata a novembre 2016.
“Adesso vediamo come verrà risarcito questo ingente impiego di risorse - dice Zaia - da parte di chi continua a scaricare sui territori e sui Sindaci i problemi, e i tanti costi, giustificando il tutto con la parola emergenza, che tale non è perché l’ondata migratoria è cosa nota da almeno quattro anni. Roma deve ora porsi il tema urgente di rimborsare la spesa ai cittadini veneti contribuenti, perché questi non sono fondi né europei né statali. Li ha messi il Veneto, usando soldi dei veneti, per garantire la sanità pubblica e la salute delle persone. Tutte, compresi gli immigrati. Ora questi tre milioni devono tornare a casa”.
Secondo il Report, da maggio 2015 a novembre 2016, sono state effettuate 19mila visite a cura del personale dei servizi di igiene pubblica sul territorio; 7.300 sono state le visite specialistiche; 25mila le vaccinazioni somministrate; 11mila e test di Mantoux (per la Tbc) effettuati; 8.600 le altre prestazioni di vario tipo, delle quali 2.600 radiografie al torace.
“A fine anno – fa notare il Governatore – in Veneto erano arrivati complessivamente 32.862 stranieri, dei quali 14.075 rimasti nei luoghi di accoglienza e 18.707 spariti nel nulla. ‘Fantasmi’ dei quali nessuno sa nemmeno nome e cognome, figuriamoci come stanno, cosa fanno, se delinquono, se soffrono, se sobillano qualche radicalismo religioso”. In provincia di Rovigo i profughi presenti al 28 dicembre 2916 sono 701, presenti nelle strutture temporanee, più 25 del progetto Spar (LEGGI ARTICOLO), per un totale di 1.953 arrivi durante l’arco del 2016.
“Anche calcolando il miracolistico ‘tre per mille’ che secondo alcuni risolverebbe tutto – conclude Zaia – il Veneto ha già dato, in termini numerici e in termini di impegno, prima di tutto sanitario. E’ arrivata l’ora di ricevere risarcimenti e di bloccare i flussi alla fonte con centri di accoglienza e smistamento in Nordafrica dove assistere i veri profughi e respingere tutti gli altri che, ormai la stima è unanime, sono i due terzi del totale”.
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