L’emergenza smog è cronica con nessuna amministrazione locale che ha saputo rispondere adeguatamente alle direttive per migliorare l’aria: è l’esito del rapporto veneto sull’inquinamento atmosferico regionale di Legambiente che ha anche presentato 10 proposte per risanare l’aria da parte della Regione Veneto
Rovigo - Aria sempre più irrespirabile in Veneto. Nel 2017 tutti i capoluogo di provincia del Veneto, si salva solo Belluno,
si confermano fuorilegge con livelli di Pm10 alle stelle e sforamento delle giornate annue tollerate: Padova 102, Venezia 94, Vicenza 90, Treviso 83,
Rovigo 80, Verona 73, Belluno 18. Situazione critica in tutta la Pianura Padana e in tutto il territorio veneto dove non si registra alcun accenno a miglioramenti anzi peggio, si configura l'abbandono della cabina di regia da parte della Regione Veneto.
Questi gli esiti del rapporto veneto sull’inquinamento atmosferico regionale di Legambiente che è stato presentato lunedì 16 aprile a Padova per fare il punto sulla
grave situazione dell'inquinamento atmosferico che affligge i polmoni dei cittadini della regione e che sembra non essere una priorità ambientale e sanitaria per chi governa.
É un dato di fatto quanto l'emergenza smog sia sempre più cronica in Veneto:
anche nei primi tre mesi del 2018 si è iniziato molto male: a Padova, nei primi 90 giorni del 2018 sono stati 37 i giorni oltre la soglia per la salute umana. A Venezia 33, Vicenza 28, Treviso 27,
Rovigo e Verona 23 (Belluno 4).
“Insomma un inizio anno da codice rosso a causa delle elevate concentrazioni delle polveri sottili, al quale nessuna amministrazione locale ha saputo rispondere adeguatamente ma solo con deboli ordinanze derivanti dall'accordo padano e misure tampone che non hanno sortito alcun effetto. “Rispetto all'impegno dei Comuni coinvolti dall'accordo padano, si può notare come questi siano stati abbandonati dalla Regione e lasciati senza una cabina di regia generale”.
In soccorso della politica arrivano sempre e solamente gli eventi climatici, che negli ultimi otto anni tra pioggia, venti e temperature, appaiono chiaramente essere i soli e unici protagonisti di ogni variazione nelle concentrazioni di Pm10 in atmosfera, sia in negativo che in positivo.
Secondo Legambiente “non servono misure sporadiche, ma è urgente mettere in atto interventi strutturali e azioni ad hoc sia a livello regionale che locale. Una sfida che la Giunta regionale deve assolutamente affrontare con impegno e senza perdere tempo”. Per tornare a respirare in veneto Legambiente propone: applicare i
provvedimenti antismog indistintamente a tutti i comuni del Veneto;
uniformare le ordinanze dei Comuni; ridisegnare strade piazze e spazi pubblici
abbassando i limiti di velocità; aumentare il verde urbano; potenziare incentivi per una
mobilità a emissioni zero; maggiori investimenti sul
trasporto pubblico locale; stop ai veicoli inquinanti euro 3 compresi; implementare una differente politica tariffaria per la sosta in centro dei veicoli inquinanti;
riqualificazione edifici pubblici e privati per ridurre i consumi e le emissioni; rafforzare i
controlli su emissioni di auto, caldaie, edifici e industrie.